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31 Ottobre 2006

Riflessioni sui provvedimenti di limitazione del traffico

Riflessioni sui provvedimenti di limitazione del traffico

Come ogni autunno-inverno, sono puntualmente arrivati anche quest’anno i provvedimenti, programmati in sede regionale, per la limitazione della circolazione dei veicoli a motore.

La normativa europea che fissa un tetto massimo al numero di sforamenti dei limiti relativi alla concentrazione di polveri PM10 e ad altri inquinanti, impone ai sindaci di prendere provvedimenti per la salvaguardia della salute dei cittadini, pena la possibile denuncia da parte dei cittadini stessi e delle loro organizzazioni.

Nonostante la evidente inefficacia, anche quest’anno vengono riproposti all’incirca gli stessi provvedimenti dello scorso anno, ossia il fermo dei veicoli Euro 0 e diesel Euro 1. Sulla carta circa il 20% del parco macchine si dovrebbe fermare, ma le esenzioni e gli abusi (vista la cronica carenza di controlli) rendono quasi impercettibile il provvedimento.

Tuttinbici – Associazione Fiab di Reggio Emilia - vede con favore ogni provvedimento di limitazione dell’uso dell’auto privata, causa principale dell’inquinamento da polveri e benzene e causa anche della problematicità di realizzare un progetto di trasporto pubblico competitivo, ma riteniamo altresì che occorra maggior coraggio, con controlli e provvedimenti più efficaci. Ad esempio, che fine ha fatto l’ipotesi di una limitazione della velocità dei veicoli a 90 km/h per tutto il tratto emiliano della A1? E’ risaputo infatti che il consumo di carburante e relativa produzione di inquinanti da 90 a 130 k/h cresce in modo esponenziale e lì, vicino alle nostre città, abbiamo decine di migliaia di automezzi che transitano giorno e notte.

Inoltre, analizzando il tipo di provvedimenti presi, sembra che il problema siano solo le polveri sottili, infatti ci sono incentivi per la trasformazione delle auto a benzina in auto alimentate a gas metano e a gpl; tuttavia qualsiasi veicolo a motore è dannoso per l’ambiente, in quanto emette anidride carbonica aggravando l’effetto serra che sta portando rovinose mutazioni climatiche e che si prospetta come l’emergenza ambientale più drammatica che ci aspetta nei prossimi anni.

Chiaramente sono gli strumenti di programmazione quelli che più contano e possono incidere, come il PUM (Piano Urbano della Mobilità); l’imminente definizione del PUM sarà il banco di prova per verificare scelte più coraggiose che diano priorità strategica al trasporto pubblico ed alla mobilità ciclistica. Ci auspichiamo che alle scelte sulla mobilità si accompagni una grande campagna di comunicazione e di sensibilizzazione che gratifichi chi non inquina e condizioni un’opinione pubblica incapace di valutare i danni che i comportanti collettivi quotidiani apportano all’ambiente ed alla nostra qualità di vita.



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